Benedizione degli Animali

Benedizione degli Animali

Benedizione degli Animali

Festa Sant’Antonio il Grande

Domenica 15 e martedì 17 la Chiesa Ortodossa Italiana ha ricordato Sant’Antonio il Grande, noto anche come Sant’Antonio d’Egitto, Sant’Antonio del Deserto e, in Italia, come sant’Antonio Abate, universalmente riconosciuto come protettore degli animali domestici (oltreché dei macellai e dei salumieri, dei contadini e degli allevatori). Nell’iconografia il Santo è spesso raffigurato con il bastone da pellegrino con croce a tau,  un campanello ed un maiale. Ed è proprio la raffigurazione grafica di Sant’Antonio con il maiale che ha fatto sì che questo Santo, mistico e taumaturgo, fosse riconosciuto quale patrono dei salumieri e dei macellai, dei contadini e degli allevatori prima e degli animali domestici poi. Sant’Antonio, uno dei quattro santi ortodossi col titolo di Grande (gli altri sono Atanasio, Basilio e Fozio) fu un potente taumaturgo ed esorcista capace di guarire malattie terribili e scacciare i demoni. Nel suo nome nel medioevo si era costituito un Ordine di monaci ospedalieri antoniani che curavano le malattie della pelle attraverso unguenti ottenuti dal grasso di maiale (da qui l’associazione del Santo con il maiale, che probabilmente avendo svolto vita eremitica nel deserto egiziano della Tebaide non ne ha posseduto mai nessuno), principalmente la malattia nota come “fuoco di sant’Antonio”.

La benedizione degli animali della COI

La Chiesa Ortodossa Italiana è, da sempre, sensibile alla difesa degli animali, che Dio creò prima dell’uomo (Gen 1,24-25) e che non vanno maltrattati ma custoditi e curati come fa il pastore con le sue pecore (Ez 34,16). Nel Vangelo  Gesù nelle parabole del buon pastore ci insegna “Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore.” (Gv. 10,11).

Nella nostra Chiesa sono presenti due congregazioni monastiche, quella dei Monaci Antoniani della quale è Priore Generale mons. Massimo Giusio e quella dei Monaci Francescani della quale è Priore Generale padre Masseo Emilio (Boni), che si rifanno a due santi ambedue protettori degli animali, siano essi domestici o selvatici.

La Chiesa Ortodossa Italiana ha un’associazione ecclesiale, L’Arca di Sant’Antonio Abate, diretta dalla signora Lorella Latini, lettore della nostra Chiesa attiva soprattutto nella difesa dei cani e l’Associazione Nuova Posizione della quale è presidente il sig. Nicola Corrado e vice Presidente, nonché guida spirituale mons. Filippo Ortenzi che gestisce alcuni gattili nel Comune di Roma, specie nel quartiere della Magliana, che si occupano di difesa degli animali e sono devoti del Santo.

Per la  festa del Santo, soprattutto nei paesi di campagna è in uso fare dei falò (fuoco di Sant’Antonio) ed effettuare la benedizione degli animali.

Domenica 15 presso la Cattedrale Sant’Ugone dei Pagani di Roma (sita in via Bovino,43) Sua Beatitudine Filippo I di Roma (al secolo Filippo Ortenzi), coadiuvato dai padri Sebastiano e Alexandru, ha provveduto, dopo la Divina Liturgia (in Rito Gallicano Italico) alla benedizione degli animali (cagnolini) presenti.

Analoghe cerimonie si sono svolte in diverse parti d’Italia, significativa quella della Parrocchia San Nicola di Myra di Campomarino e di quella di Sant’Efisio di Cagliari, dirette da padre Gianni De Paola e mons. Roberto Pinna, che hanno benedetto anche diversi animali dell’aia ed uccellini.

La cerimonia è stata ripresa dall’emittente Oltremodo TV, con la conduttrice Serena Pizzo che, al termine della cerimonia ha intervistato il nostro Metropolita, il dott. Alessandro D’Agostini, ortodosso dalla nascita, presidente del movimento artistico Poeti d’Azione; il dott. Sauro Mercuri dell’Associazione Umanitaria “Nostra Signora di Fatima” che dopo la morte di quelle che loro consideravano l’ultimo Papa (Benedetto XVI) hanno chiesto di essere accolti nella Chiesa Ortodossa Italiana e padre Sebastiano della Parrocchia Santi Arcangeli Gabriele e Michele di Roma.

Di Sant’Antonio ci sono stati tramandati numerosi detti, ne pubblichiamo alcuni:

– “è dal prossimo che ci vengono la vita e la morte. Perché se guadagniamo il fratello, è Dio che guadagniamo; e se scandalizziamo il fratello è contro Dio che pecchiamo

– “siamo grati al medico anche per il medicamento doloroso; di fronte al patire dobbiamo esser grati a Dio; qualunque cosa accada  è per il nostro bene

– “Colui che batte un blocco di ferro, prima pensa a quel che vuole farne: se una falce, o una scure. E anche noi dobbiamo sapere a quale virtù tendiamo, se non vogliamo faticare invano

Un tale chiese a padre Antonio: “che debbo fare per piacere a Dio?”. E l’anziano gli rispose: “Fà quello che ti comando: dovunque tu vada abbi sempre Dio davanti agli occhi; qualunque cosa tu faccia o dica, basati sulla testimonianza delle Sante Scritture; in qualsiasi luogo abiti, non andartene presto. Osserva questi tre precetti e sarai salvo”

 

– Il padre Pambone chiese al padre Antonio: “Che debbo fare?”. L’anziano gli dice: “Non confidare nella tua giustizia, non darti cura di ciò che passa e sii continente nella lingua e nel ventre”

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