ROMA
Festa dei santi imperatori
san Costantino e sant’Elena
Si è svolta a Roma la festa parrocchiale dei santi imperatori Costantino ed Elena. La cerimonia, che ha visto la partecipazione di centinaia di fedeli, si è svolta presso la Chiesa parrocchiale, sita in via Roccella Ionica n. 6 (Metro Roma Anagnina).
Celebrante è stato padre Giovanni Pricop, parroco nonché esarca delle comunità ortodosse di lingua rumena in Italia, coadiuvato da padre Alexandru Nicolae Margine.
L’omelia è stata effettuata da Sua Beatitudine Filippo (Ortenzi) di Roma, che dopo aver ricordato come prima di Costantino le comunità cristiane hanno subito numerose e sanguinose persecuzioni (prima da parte delle guardie
del Tempio, poi da imperatori romani come Nerone e Diocleziano, dopo la battaglia del 28 ottobre 312 a Ponte Milvio e l’editto di Milano, il cristianesimo da religione perseguitata è diventata la religione predominante dell’impero.
L’imperatore racconta come prima della battaglia contro Massenzio gli apparve una visione con una croce e la scritta “con questo segno vincerai” che fece sì che attribuisca all’aiuto divino la battaglia che cambiò la storia della romanità.
Costantino, di origine illiriche nacque a Naissus, capitale della provincia romana della Mesia (odierna Niš in Serbia) nel 274 ed è morto a Nicomedia, capitale della Bitinia (odierna İzmit in Turchia) nel 337. Per gli ortodossi (i cattolici non lo riconoscono come santo), non soltanto è uno dei più grandi santi della cristianità ma lo venerano come Isapostolo (pari agli apostoli) in quanto si deve a lui la fondazione di Costantinopoli-Nuova Roma (che per oltre 1000 anni sarà la capitale dell’Impero Romano), la convocazione del I Concilio Ecumenico a Nicea dove furono rigettate le teorie eretiche di Ario, fu proclamato la omousia, ossia che il Figlio ha la medesima natura del Padre e gettate le basi del Credo. Costantino non soltanto protesse il cristianesimo ma ha fatto costruire numerose Chiese, tra le quali ricordiamo le basiliche del Santo Sepolcro a Gerusalemme, della Natività a Betlemme, nonché del Laterano e di San Pietro a Roma.
Anche la mamma dell’imperatore ebbe un ruolo importante per la diffusione del cristianesimo e si ricorda come durante un pellegrinaggio a Gerusalemme avrebbe rinvenuto la Vera Croce di Cristo (custodita a Gerusalemme fino al 1187 quando fu presa in mano dai musulmani di Saladino e probabilmente distrutta), con tanto di titulus crucis. Durante l’omelia il nostro Arcivescovo ha raccontato anche alcune curiosità, quale quella che la Vera Croce fu trovata sotto un terreno dove era presente una pianta aromatica che venne ribattezzata basilico (da da basileus “re”) o pianta regale, tanto che ancora oggi alcune chiese ortodosse, specie quella rumena, osano mazzetti di basilico per le benedizioni.
Dopo la Divina Liturgia la cerimonia ha continuato all’aperto, dove si è provveduto alla benedizione delle acque e dell’abbondante cibo che i fedeli avevano portato per l’occasione.
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